PERCHE' E' IMPORTANTE PARLARE DI SALUTE MENTALE?
ll 10 ottobre ricorre la Giornata Mondiale della Salute Mentale e il tema scelto dall’OMS per la campagna del 2025 è “La salute mentale nelle emergenze umanitarie”, per supportare i bisogni psicosociali di chi è stato colpito da emergenze umanitarie quali disastri ambientali, conflitti ed emergenze di salute pubblica, con conseguenze negative sulla salute mentale.
Secondo il nuovo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), quasi una persona su sette nel mondo, oltre 1,1 miliardi di individui, presenta un disturbo mentale. I Disturbi depressivi, i Disturbi d’ansia e il Disturbo Post Traumatico da Stress presentano una prevalenza maggiore ma stanno aumentando anche altri disturbi come il Disturbo bipolare, i Disturbi di Personalità, o Disturbi psicotici e i Disturbi del Comportamento Alimentare.
I disturbi mentali rappresentano una delle principali cause di disabilità nel mondo e pesano per quasi il 15% sul carico globale di malattia sia in termini di costi diretti che indiretti.
I dati forniti dall’OMS sono impressionanti.
- 359 milioni di persone manifestano un disturbo d’ansia, tra cui 72 milioni di bambini e adolescenti
- 280 milioni di persone soffrono di depressione, con un rischio di suicidio fino a 20 volte superiore rispetto alla popolazione generale
- 37 milioni di persone sono affetti da Disturbo Bipolare
- 23 milioni di persone sono affette da Schizofrenia
- 3,4 milioni di bambini e adolescenti (2021, l’Oms) hanno sofferto di disturbi alimentari, con un rischio crescente di suicidio o abuso di sostanze.
I dati italiani sono in linea con quelli mondiali. Nel 2024
- 16 milioni di italiani presentava disturbi psicologici di media e grave entità, con un aumento del 6% rispetto al 2022.
- Il 28% di taliani, secondo un report Ipsos, riferiva di avere un disturbo o problemi di ansia, in crescita di 6 punti rispetto al 2022.
- I giovani rappresentano la fascia d'età più colpita e a rischio, con un'elevata incidenza di ansia, depressione e stress.
- Le donne: in particolare le giovani, sono più colpite e stressate rispetto agli uomini.
Da questi dati si evidenzia che i disturbi mentali non possono essere considerati come un fenomeno marginale ma una priorità di salute pubblica. Eppure, nella maggior parte dei Paesi, le persone non ricevono il supporto necessario o sono vittime di stigma e discriminazione.

L’OMS aggiunge un concetto fondamentale al significato di salute: questa infatti non è semplicemente l’assenza di malattia ma è costituita anche da uno stato benessere mentale e relazionale e sociale. Si supera la classica dicotomia tra salute e malattia di matrice prettamente organica per ottenere una valutazione multidimensionale che consideri la persona nella sua globalità, fatta di benessere psichico, di relazioni sociali, di interazioni con gli altri, di benessere in ambiente scolastico e lavorativo.
“Non c’è salute senza la salute mentale” (OMS)

Eppure, ancora oggi, esiste intorno al disagio mentale un forte stigma che crea vergogna in chi lo esperisce e un importante isolamento. Questo è molto grave non solo perché comporta un mancato accesso alle cure con il rischio di peggioramento della sintomatologia, ma anche un carico di sofferenza personale spesso non condiviso e non condivisibile.
Le istituzioni devono operare in questo senso promuovendo politiche di prevenzione, promuovendo l’educazione alla salute mentale nelle scuole, predisponendo servizi di supporto psicologico gratuito e facilmente accessibili, investendo sul reinserimento sociale e lavorativo dei pazienti.
Ma noi, familiari, amici, colleghi compagni di scuola, noi concretamente cosa possiamo fare? E’ importante che ognuno di noi faccia davvero un lavoro su noi stessi per superare lo stigma e poter così autenticamente accompagnare nel percorso di cura colui al quale vogliamo bene. Infomiamoci, cerchiamo di capire, apriamoci alla conoscenza del disagio mentale perché più lo conosceremo, scevro da falsi miti e da distorsioni culturali, meno ne avremo paura.

Spesso si mettono in atto distorsioni cognitive a causa delle quali siamo portati a credere a ciò che è visibile e non a quello che non possiamo fisicamente vedere. La possibilità che il cervello sia un organo che si può ammalare ma che non produce sintomi cretamente apprezzabili, non viene quindi neppure presa in consideraizone. Questo comportamento nega la dignità di malattia alle malattie mentali. Così il sintomo diventa la causa: ad esempio nella depressione molte volte viene rinfacciata una “cattiva volontà” quando la prima capacità che si annulla è proprio la forza volontà. Non si dovrebbe mai dire a chi ne soffre: «Sforzati». E invece lo si dice quasi sempre. Non può. Come non si dice a un malato di polmonite di non tossire o ad una persona con la gamba ingessata di correre. Eppure questo atteggiamento aumenta il senso di colpa e di vergogna, aumenta il ritiro sociale e il senso di solitudine e impedisce di accedere alle cure.

Come agire sullo stigma?
Informarsi e informare: come detto, ampliare la conoscenza sui disturbi mentali può aiutare a superare i pregiudizi.
Parlare di salute mentale in modo naturale, come si fa per la salute fisica, aiuta a normalizzare l'argomento. Tutti dovrebbero sostenere le campagne di sensibilizzazione: Partecipare a eventi come la Giornata Mondiale della Salute Mentale può contribuire a rovesciare le convinzioni errate. Fondamentale diventa il
supporto da parte di familiari, amici e sul lavoro per il benessere delle persone con disturbi mentali. Infine è imprescindibile che migliori l'accesso ai servizi: Garantire un accesso equo e dignitoso alle cure per la salute mentale è fondamentale, così come fare in modo che il sistema sanitario dia a queste problematiche l'attenzione che meritano.
