84b0b3876d6e20927d76d43cd2a9513dc4b5adcd

DR.SSA
GAIA GUGGERI

E-MAIL

info@gaiaguggeri-psichiatra.it

CONTATTI

INDIRIZZO

392-279 2125

Como, Via Mentana 23 B

Saronno, Via Ramazzotti 20 C

Como, Via Napo Torriani 17 B

Psichiatra Psicoterapeuta

gaiaguggeri.psichiatra@gmail.com

     Iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi di Como n° 4981  -   Iscritta all'Albo degli Psicoterapeuti di Como

P. IVA n°03399270135

DEPRESSIONE E MENOPAUSA

14/02/2022 22:56

Dr.ssa Gaia Guggeri

menopausa e depressione, Ormoni e depressione, Climaterio, sindrome disforica premestruale, Terapia farmacologica menopausa, terapia ormonale menopausa, psicoterapia e menopausa,

depressione e menopausa

I dati scientifici ed epidemioogici   evidenziano che il rischio di depressioneaumenta durante la premenopausa, la perimenopausa (la fase di transizione

INTRODUZIONE


Il climaterio, che si verifica


generalmente tra i 45 e 60 anni, rappresenta una fase di transizione della vita


femminile, nel corso del quale cessa la capacità riproduttiva, in quanto


l’attività secretoria dell’ovaio si riduce progressivamente. Il declino della


funzione ovarica, si ripercuote su tutta una vasta serie di funzioni di


carattere metabolico, psicologico, sessuale che contribuiscono a rendere


complesso ma anche estremamente variabile il quadro soggettivamente vissuto da


ogni donna.


DEFINIZIONE


Per menopausa si intende il


momento della cessazione delle mestruazioni spontanee. Si include quindi nel


climaterio sia le fasi che precedono la


menopausa (premenopausa) sia quelle che la seguono (postmenopausa).


Senza entrare troppo nello specifico delle variazioni ormonali che si


presentano durante questo periodo, possiamo schematizzare gli aspetti


fisiopatologici e clinici del climaterio:   


depressione e menopausapng



Modificato da Manuale di ginecologia e ostetricia Pescetto, Pecorari, De Cecco, Ragni Ed S.E.U.1989




I dati scientifici ed epidemioogici   evidenziano che il rischio di depressione


aumenta durante la premenopausa, la perimenopausa (la fase di transizione


verso la menopausa), in caso di

menopausa anticipata e nel periodo dopo la menopausa.


La depressione è una delle


problematiche dell’umore più diffuse nel mondo e colpisce


principalmente le donne, di tutte le fasce d’età, con una


percentuale che arriva anche a +50% rispetto agli uomini. Secondo i dati Istat pubblicati a inizio 2018 emerge che in Italia si


contano 2,8 milioni di persone con problemi di depressione, con


un’incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini e negli anziani.


Gli studi scientifici


evidenziano, inoltre, che la maggior incidenza nelle donne rispetto agli uomini


sia da attribuire principalmente alle differenze ormonali che le rendono


più vulnerabili alle oscillazioni dell’umore, in particolare durante la


pubertà, la gravidanza e il periodo che precede e segue la menopausa.


La maggior vulnerabilità


dell’umore delle donne, soprattutto in perimenopausa e in post menopausa, è


dovuta alle oscillazioni ormonali che precedono questo periodo e all’assenza di


estrogeni e androgeni dopo.


In molte donne in perimenopausa


le oscillazioni di questi ormoni si manifestano con momenti di euforia


alternati a tristezza profonda. Quando, invece, si considera il post-menopausa,


alcune donne cadono in un periodo di profonda stanchezza, tristezza e assenza di


desiderio sessuale dovuti anche alla quasi totale assenza di


estrogeni e androgeni.


Queste osservazioni hanno portato


a studiare l’influenza di tali ormoni sull’umore e a


evidenziare correlazioni significative tra umore e menopausa.


IL RUOLO DEGLI ORMONI


L’identificazione di recettori


specifici per estrogeni, progesterone ed androgeni in numerose aree del SNC


ha indicato in maniera inequivocabile l’appartenenza di tale organo ai tessuti


bersaglio specifici per gli steroidi sessuali. La pressoché ubiquitaria


presenza di recettori specifici conferma il coinvolgimento degli stessi steroidi


nella modulazione di numerose funzioni cerebrali, tra cui le funzioni


cognitive, psico-emotive e sessuali. Nel sistema nervoso centrale (CNS),


l'estrogeno aumenta il flusso sanguigno cerebrale, indispensabile per


promuovere l'attività sinaptica dei neuroni e per esercitare sia gli effetti


neuroprotettivi che neurotrofici sui tessuti nel cervello. Nelle sinapsi neuronali,


l'estrogeno aumenta i livelli di serotonina, dopamina e noradrenalina come pure


il numero dei ricettori che sono disponibili per questi neurotrasmettitori. Mantengono,


inoltre, normali i livelli delle endorfine,


le “molecole del buon umore”, i cui livelli vengono ridotti


significativamente in assenza di estrogeni, fino a causare depressione.  E’ stato dimostrato che gli estrogeni hanno effetti


neuroprotettivi sullo stress ossidativo, sul danno ischemico e sul danno


causato dalla proteina dell'amiloide, che è interessata nella patogenesi del


morbo di Alzheimer. Questo ormone egualmente promuove la crescita e la


riparazione dei neuroni e stimola la produzione dei fattori di crescita del


nervo. Infine, i livelli di estrogeni e di androgeni influenzano direttamente


la biochimica della dopamina, il neurotrasmettitore che regola


il desiderio sessuale e la sensazione di stanchezza. Ecco perché


un loro calo determina anche una diminuzione dei livelli cerebrali di dopamina.


Che una delle cause della


depressione nel climaterio sia dovuta alla diminuzione degli ormoni femminili e


in particolar modo alla loro fluttuazione, è stato dimostrato da diversi studi.


In particolare uno studio effettuato su


172 donne pubblicato su Jama Psychiatry nel 2018, che ha messo a


confronto il trattamento ormonale e il placebo, ha dimostrato che il 32%


delle donne trattate col placebo aveva presentato significativi sintomi


depressivi contro il 17%, quasi la metà dunque, tra quante venivano curate


con gli ormoni. Tuttavia alcuni professori di psichiatria statunitensi e


australiani, fanno però presente che la Food and Drug Administration -


l'ente che negli Stati Uniti regola l'autorizzazione all'immissione in


commercio dei farmaci - ammette il trattamento ormonale


sostitutivo soltanto per combattere le vampate e la secchezza della vagina


e non per combattere i disturbi dell’umore.


FATTORI PREDISPONENTI


Molte donne in perimenopausa,


menopausa e post-menopausa non hanno problemi di umore, quindi la depressione


non è solo una questione di ormoni impazziti, in calo o assenti.


Il rischio di sviluppare tale


problematica aumenta anche in presenza di questi fattori:



  • Sindrome premestruale: la sindromepremestruale è un disturbo ricorrente della fase luteale caratterizzato dairritabilità, ansia, labilità emotiva, depressione, edema, dolore mammario ecefalea, che si verificano durante i 7-10 giorni precedenti le mestruazioni edi solito terminano alcune ore dopo l'inizio delle mestruazioni. La diagnosi èclinica, spesso basata sulla registrazione quotidiana dei sintomi dellapaziente. La terapia è sintomatica e comprende dieta, farmaci e consulenza.Circa il 20-50% delle donne in età fertile ha sindrome premestruale; La causa della sindrome premestruale non è chiara. Possibili causeo fattori contribuenti comprendono
  •  Elementi multipli di origine endocrina
  •  Una predisposizione genetica
  •  Carenza di serotonina
  • Possibilmente carenze di magnesio e calcio

La carenza di serotonina si pensa possa contribuire, perché


le donne che sono più colpite dalla sindrome premestruale hanno livelli di


serotonina più bassi e perché i farmaci inibitori selettivi della ricaptazione


della serotonina (SSRI), che aumentano la serotonina, a volte alleviano i


sintomi della sindrome premestruale. Il tipo e intensità dei sintomi della


sindrome premestruale variano da donna a donna e da ciclo a ciclo. I sintomi


possono durare poche ore ≥ 10 giorni e di solito cessano con l'inizio


delle mestruazioni. I sintomi possono diventare più gravi durante lo stress o


in perimenopausa. Nelle donne in età perimenopausale, i sintomi possono


persistere fino al termine delle mestruazioni. I sintomi più


frequenti sono irritabilità, ansia, agitazione, collera, insonnia,


difficoltà di concentrazione, sonnolenza, depressione e grave astenia. La


ritenzione idrica determina la comparsa di edema, aumento di peso transitorio,


tensione mammaria e mastodinia. Si possono avere senso di peso o di tensione in


sede pelvica e mal di schiena. Alcune donne, in particolare le più giovani,


presentano dismenorrea all'inizio delle mestruazioni.



  •  Disturbo disforico premestruale: alcunedonne presentano il disturbo disforico premestruale (5%), una forma grave disindrome premestruale. Nel disturbo disforico premestruale, i sintomi siverificano regolarmente e solo nel corso della seconda metà del ciclomestruale; i sintomi finiscono con le mestruazioni o subito dopo. L'umore èmarcatamente depresso, ansia, irritabilità e labilità emotiva sono pronunciate.Possono essere presenti pensieri suicidi. L'interesse per le attivitàquotidiane è notevolmente diminuito. A differenza della sindrome premestruale,il disturbo disforico premestruale causasintomi che sono così severi da interferire con le attività giornaliere e contutte le funzioni. Il disturbo disforico premestruale è gravemente doloroso,invalidante e spesso sottodiagnosticato.
  • Precedentiepisodi depressivi nel corso della vita
  • Depressione post partum: La depressionepost partum è un disturbo dell'umore che si manifesta con sintomi depressiviche continuano per > 2 settimane dopo il parto e interferisconocon le attività della vita quotidiana. La depressione post partum si verificanel 10-15% delle donne dopo il parto.
  • Eventi stressanti importanti nel periododella perimenopausa: ad esempio perdita del lavoro, divorzio, accudimentodei genitori anziani, una posizione sociale economicamente incerta, un rapportodi coppia difficile, possono favorire una visione negativa della vita escarsa autostima, arrivando anche a una progressiva perdita di controllo dellapropria vita. Molte donne, poi, non riescono a sopportare il carico diresponsabilità al lavoro e a casa o, spesso, tendono a sovraccaricarsi diimpegni.
  • comorbilità con sintomi menopausali maggiori,in particolare vampate, sudorazioni notturne, insonnia
  • aumento del peso o un elevato indice dimassa corporea
  • menopausa indotta o chirurgica perasportazione delle ovaie
  • difficoltànella vita di relazione


 


CARATTERISTICHE DELLA


DEPRESSIONE MENOPAUSALE


 La depressione nella donna di mezza età è


una significativa causa di morbilità e disabilità. Le manifestazioni atipiche e


l’eziologia multifattoriale della depressione menopausale la rendono difficile


da riconoscere e da trattare. Inoltre, i sintomi depressivi possono sovrapporsi


a quelli associati alla menopausa, complicando ulteriormente il quadro. Infatti


i sintomi della menopausa, specialmente nelle donne con patologie psichiatriche


pregresse, possono esacerbare i quadri depressivi, e, a sua volta, la


depressione può esacerbare i sintomi menopausali.


SINTOMI


I sintomi più comini sono:



  • ansia
  • alterazioni dell’umore dove sonoprotagonisti tristezza, senso di colpa e perdita di speranza e fiducia nellavita
  • perdita di interesse per ogni cosa che unavolta rendeva felici
  • alterazioni del sonno, in particolare del suoritmo e della sua qualità (alcune donne lamentano difficoltà ad addormentarsie/o a mantenere il sonno per arrivare all’insonnia, altre, all’opposto,dormirebbero sempre).
  • stanchezza associata o meno a malessere ealtri sintomi fisici di cui non si riesce a spiegare la natura e la causa
  • problemi di concentrazione e memoria
  • dolori e fastidi fisici, talvolta ipocondria
  • sentimento di disinteresse per la vita opensieri suicidi
  • disordini dell’alimentazione, anoressia obulimia
  • tendenza ad abusare di alcol, droghe o farmaci(spesso come automedicazione)

 


FATTORI PSICOLOGICI


Climaterio e menopausa sono


cambiamenti nella vita di una donna dove il prevalente pensiero è costituito


dalla perdita della fertilità e dell’avvenenza fisica. Si può sostenere che non


esista un preciso rapporto tra determinati tratti di personalità e sindrome


climaterica, ma piuttosto una complessiva “vulnerabilità psicologica” che


predispone ad una risposta negativa alle variazioni ormonali.


Come spesso avviene nei periodi


di passaggio, la menopausa costituisce un momento di crisi che, analogamente ad


altre tappe della vita femminile come l’adolescenza e la maternità, è


caratterizzato da profondi cambiamenti interni ed esterni. Mentre però la crisi adolescenziale e la


maternità hanno significato evolutivo e creativo, la crisi climaterica è


caratterizzata prevalentemente da elementi di perdita e di lutto che possono


determinare la diminuzione della fiducia di base. Spesso la menopausa è vissuta


in maniera drammatica dalle donne perché viene identificata con l’inizio dell’invecchiamento.


A tutto ciò si aggiungono i fattori sociali e culturali, in particolare il


significato attribuito alla fase della menopausa. In alcune culture, infatti,


la cessazione della fertilità corrisponde a un momento di crescita sociale e


pone la donna in una posizione privilegiata, in cui gode di maggior


considerazione e rispetto; nella società occidentale, al contrario la menopausa


è spesso sinonimo di perdita di femminilità e di senescenza.


Talvolta l’arrivo della menopausa


coincide con l’uscita dei figli da casa (“sindrome del nido vuoto”),


l’avvicinarsi della pensione, l’accudimento dei genitori anziani con un


ribaltamento di ruolo. Tuttavia per quanto riguarda la cosiddetta “sindrome del


nido vuoto”, contrariamente a molta letteratura psicodinamica, uno studio


dimostra una diminuzione nell’incidenza di umore depresso e di irritabilità


dopo la partenza dell’ultimo figlio da casa. Il ritorno dei figli a casa


durante la transizione menopausale risulta in una riduzione del buon umore e in


una diminuzione di frequenza dell’attività sessuale nelle donne: si potrebbe


allora parlare di “sindrome del nido troppo pieno” (Graziottin et al.). La


difficoltà ad adattarsi a nuovi stili di vita rende questo passaggio più


problematico e più difficile da accettare. Dalla trasformazione fisica possono


derivare fantasie legate alla perdita della fertilità e il distacco della


sessualità dalla riproduzione. Le opinioni sulla sessualità sono controverse,


anche se è accertato che la menopausa ha scarsissima influenza su di essa e in


particolare sulla libido. A tal proposito è possibile individuare nella donna


alcuni modelli d’identità che si ripercuotono sul comportamento sessuale in


menopausa (S. Di Salvo e G. Cicuto):


-un modello


materno riproduttivo, che considera la sessualità prevalentemente


finalizzata alla riproduzione per cui la menopausa può determinare la riduzione


o l’interruzione dell’attività sessuale;


-un modello narcisistico, che tenta di evitare la crisi della mezza età


negando la componente biologica del climaterio. La donna può avere un’attività


sessuale più intensa e può riuscire a negare alcuni problemi legati alla


menopausa.


-un modello


genitale maturo, in cui è presente la capacità di realizzare armonicamente


l’identità femminile non solo nelle tradizionali funzioni materne, ma anche


all’interno di una relazione affettiva e sessuale soddisfacente.



Anche la vita di coppia viene coinvolta dai cambiamenti di questo


periodo e può incontrare difficoltà a riconoscere il “senso della convivenza ”


dopo avere adempiuto all’accudimento della prole. La coppia, infatti, non


essendo più essenzialmente genitoriale, deve riscoprire il significato della


relazione e il periodo del climaterio femminile può fornire la spinta per la


ricerca di un nuovo equilibrio.


 


TRATTAMENTO


Il trattamento della depressione


in menopausa richiede l’intervento Medico anche condiviso tra Psichiatra e


Ginecologo al fine di scegliere la miglior terapia per la mente e il corpo.


Nel climaterio e nella


postmenopausa la terapia costituisce un problema ancora controverso, anche se


la tendenza attuale è interventista sia nei confronti dei disordini mestruali


sia dei disturbi metabolici e psichici, allo scopo di migliorare la qualità di


vita degli anni che la donna deve trascorrere in carenza d’estrogeni.



Gli orientamenti attuali consistono nella terapia ormonale sostitutiva (TOS) e


nell’utilizzo di farmaci ad azione sintomatica, anche se sussistono dubbi sui


rischi relativi all’uso prolungato ad alte dosi degli estrogeni.


Gli specialisti del settore sottolineano che la terapia sostitutiva ha effetto


di prevenzione nei confronti di complicanze ossee e cardiovascolari. Tuttavia


non tutte le donne sono candidate alla TOS


o (fumo, obesità, ipertensione, pregressa storia di trombosi, tumori)


oppure si sentono spaventate dalle controindicazioni di tale terapia


sostitutiva. E’ stato appurato un miglioramento di alcuni sintomi menopausali


con farmaci antidepressivi, che agiscono su alcuni denominatori neurobiologici


comuni. Alcuni studi indicano un’efficacia simile tra la TOS e l’escitalopram


nella cura dei sintomi depressivi e nel miglioramento della qualità di vita


delle donne in menopausa. Gli studi sull’utilizzo di duloxetina e citalopram


mostrano che gli antidepressivi hanno un buon impatto sui sintomi menopausali,


specie di tipo vasomotorio. Questa osservazione può risultare di enorme importanza


per quelle donne che non possono assumere estrogeni: per esempio le donne


affette da tumori alla mammella, con vampate intense e/o frequenti, nelle quali


la TOS è controindicata. Per le vampate e le sudorazioni hanno un buon effetto


sia la Paroxetina che la Venlafaxina, che agiscono su questi due aspetti in


modo molto simile alla TOS nel senso di una loro riduzione.


Anche i disturbi della serie


ansiosa e quelli della serie depressiva, quando raggiungono gravità tale da


interferire nella vita di relazione, affettiva e sociale, traggono giovamento


dal trattamento con ansiolitici per brevi periodi e antidepressivi, in


particolare del gruppo SSRI e SRNI.


La psicoterapia è utile quando il


malessere della donna in menopausa si fonda sulla crisi dell’identità femminile


per i vissuti di perdita o dall’attivazione di problematiche personali antiche


che necessitano di un’elaborazione psicologica. 


 


BIBLIOGRAFIA


o   Susan


S. Girdler, PhD, Department of Psychiatry, University of North Carolina at


Chapel Hill School of Medicine, CB# 7160, 101 Manning Drive, Chapel Hill, NC


27599-3366 jamapsychiatry.2017.3998


o  


Graziottin A. Serafini A. Depressione e


climaterio Quaderni Italiani di Psichiatria 2009; 28 (1): 34-43


o  


American Psychiatric Association (2014). Manuale


diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano:


Raffaello Cortina Editore.


o  


Lanza di Scalea T., Niolu C. Siracusano A.


(2010). Stress psicosociale nel genere femminile. Focus sulla transizione


menopausale. Nòos, 56:77-90.


o  


University of Illinois at Chicago (2018).  First-ever guidelines for detecting, treating perimenopausal depression. ScienceDaily.


o  


Maki, P.M., Kornstein, S.G., Joffe, H.,


Bromberger, J.T., Freeman, E.W., Athappilly, G., Bobo, W.V., Rubin, L.H.,


Koleva, H.K., Cohen, L.S., Soares, C.N. (2018). On behalf of the Board of


Trustees for The North American Menopause Society (NAMS) and the Women and Mood


Disorders Task Force of the National Network of Depression


Centers. Guidelines for the Evaluation and Treatment of Perimenopausal


Depression: Summary and Recommendations. Journal of Women’s Health, 2018.


DOWNLOAD


o  


Khan A., Broadhead A.E., Schwartz K.A., Koltz


R.L., Brown W.A. (2005). Sex differences in antidepressant response in recent


antidepressant trials. Journal of Clinical Psychopharmacology, 25: 318-24.


S. Di Salvo e G. Cicuto: Depressione e menopausa depressiome-ansia.it 2016


Informativa sulla PrivacyInformativa sui Cookie