
INTRODUZIONE
Molte persone durante il passaggio tra l’autunno e l’inverno e, meno comunemente, nel passaggio tra primavera ed estate, sperimentano leggeri stati di malessere, quali disturbi del sonno, deflessione dell’umore, irritabilità, anergia, che non vanno però ad interferire con le normali attività quotidiane. In altri casi, invece, tale stato di “affaticamento” psicofisico può andare a impattare notevolmente sulla quotidianità, configurandosi come una vera e propria Sindrome Depressiva, la Sindrome Affettiva Stagionale (Seasonal Affective Disorder - SAD)
CHE COSA E’ LA SAD
La variabilità dell’umore legata al cambiamento stagionale non è sicuramente una scoperta recente. Già nel 400 a.C. Ippocrate mise in relazione i sintomi depressivi e l’andamento stagionale e nel II secolo a.C. i medici greco-romani tendevano a trattare la depressione con l’esposizione alla luce solare direttamente negli occhi. E’ però con Rosenthal nel 1984 che viene posta la categorizzazione e la formulazione dei criteri diagnostici del SAD, che l’Autore definisce come una patologia cronica caratterizzata da episodi depressivi ciclici a periodicità circannuale (Rosenthal et al., 1984)
Il SAD compare nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come Disturbo Depressivo Maggiore ricorrente con andamento stagionale. Non possiede quindi una categoria nosografica a sé ma è uno specificatore dei disturbi depressivi.
Ciò che la distingue dalla Depressione Maggiore è il quadro sintomatologico che presenta un pattern di esordio e remissione di episodi depressivi in caratteristici periodo dell’anno, come la stagione invernale o estiva, con almeno due episodi negli ultimi due anni per poterne dimostrare la relazione temporale stagionale ed in assenza di episodi depressivi maggiori non stagionali.
Criteri per la diagnosi del Disturbo Depressivo con andamento stagionale nel DSM-5
A. Vi è stata una relazione temporale regolare tra l'esordio degli episodi depressivo maggiore e un particolare periodo dell'anno (per es. autunno o inverno)
Nota: non includere i casi in cui è presente un effetto evidente di fattori psicosociali stressanti legati alle stagioni (per es. essere regolarmente disoccupati in inverno)
B. Anche le remissioni complete (o un viraggio dalla Depressione Maggiore alla mania o ipomania) si verificano in un caratteristico periodo dell'anno (per es. la depressione scompare in primavera).
C. Negli ultimi due anni si sono presentati due episodi depressivi maggiori che hanno dimostrato la relazione temporale stagionale definita sopra e durante lo stesso periodo non si sono verificati episodi depressivi maggiori non stagionali.
D. Gli episodi depressivi stagionali (come sopra descritto) superano numericamente in modo sostanziale gli episodi depressivi maggiori non stagionali che si possono essere verificati durante l'arco di vita dell'individuo.
PREVALENZA DEL SAD

La prevalenza del SAD varia negli studi longitudinali dall’1% al 10% della popolazione (Meesters e Gordijn, 2016) con stime per l’Italia del 3.5% ed è correlata con la distanza dell’Equatore. Gli individui che vivono a latitudini estreme sembrano maggiormente esposti a sviluppare i sintomi depressivi in inverno. Il 12.4% dei danesi soffre di SAD (Type one) e un 4.8% di S-SAD (SAD subclinica) (Dam et al., 1998; Hansen et al., 2016)
Il tasso di prevalenza nella popolazione femminile è quattro volte superiore a quello nella popolazione maschile e l’età di insorgenza è stimata tra i 18 ei 30 anni (Melrose, 2015), benché sia stata registrata in una piccola percentuale anche nei bambini e negli adolescenti.
IL SAD NON E’ UN MALESSERE PASSEGGERO
Va sottolineato che la Depressione Stagionale è una vera e propria forma depressiva, anche se i sintomi clinici possono apparire più lievi rispetto a quelli del Disturbo Depressivo Maggiore. Quest’ultimo, infatti, è caratterizzato da umore triste, frustato, disperato o ansioso che perdura per lungo tempo, dalla sensazione di affaticamento e da difficoltà di memoria e concentrazione, oltre a cambiamenti nel sonno e nell’appetito. E, nei casi più gravi, può comportante pensieri di morte o di suicidio.
Nella SAD tutti questi sintomi posso essere più lievi (anche se spesso si evidenziano sintomi gravi) ed è un errore sottovalutarli pensando che “tanto passeranno” perché possono essere presenti compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, scolastico, l’abuso di sostanze, oltre a infliggere una grande sofferenza in chi lo sperimenta.
LE DUE FACCE DEL DISTURBO STAGIONALE
Abbiamo visto come il SAD sia caratteristico del cambio stagionale. Possiamo quindi riconoscere due pattern principali, che presentano sintomatologia differente e basi biologiche differenti.

- SAD INVERNALE (WINTER-ONSET SAD)
Questa variante è la più diffusa. Insorge nel tardo autunno o all’inizio dell’inverno e si risolve spontaneamente con l’arrivo della primavera. I sintomi sono caratterizzati da un generale affaticamento e rallentamento psicofisico con manifestazioni cliniche sia tipiche della Depressione Maggiore che atipiche.
- tristezza con peggioramento nelle ore serali (a differenza del DDM dove i sintomi depressivi sono generalmente più importanti al mattino)irritabilità
- irritabilità
- pianto frequente
- stanchezza e letargia
- difficoltà di concentrazione
- ipersonnia (più comune insonnia nel DDM)
- mancanza di energia e di interesse
- diminuzione delle attività giornaliere
- isolamento sociale
- forte desiderio di carboidrati e zuccheri (non comune nel DDM)
- aumento dell’appetito e del peso, (più comune anoressia e perdita di peso nel DDM)
- sentimenti di perdita di speranza e di colpa

- SAD ESTIVO (SUMMER- ONSET SAD)
E’ una forma meno frequente di quella invernale ma è altrettanto invalidante. Si manifesta in tarda primavera o all’inizio dell’estate e scompare all’inizio dell’autunno. Al contrario dello stato di rallentamento del Winter-SAD, nella Summer-SAD si assiste ad uno stato di iper-attivazione e irrequietezza psicomotoria. I sintomi che ritroviamo sono:
- irritabilità, agitazione e irrequietezza motoria fino anche ad attuare comportamenti violenti
- diminuzione dell’appetito
- perdita di peso
- insonnia caratterizzata da difficoltà nell’addormentamento o risvegli precoci nonostante la stanchezza
- ridotto interesse sessuale
- elevato affaticamento
- evitamento sociale
- elevati livelli di ansia.
Se il Winter-SAD, come abbiamo visto, predomina nelle regioni più lontane dall’Equatore, aprendo l’ipotesi che la causa della patologia sia dovuta ai fotoperiodi accorciati e per ridotta esposizione solare in inverno, non si hanno le stesse prove della eziologia del Summer-SAD, che necessita di ulteriori approfondimenti. Sicuramente in questo tipo di SAD intervengono anche fattori ambientali e psicosociali.
a. fattori ambientali
- I cambiamenti nei ritmi circadiani, con il sole che tramonta più tardi, possono destabilizzare la routine quotidiana; secondo Rosenthal, per alcune persone “la giornata è così confusa da renderli tristi”.
- Il clima estivo, umido e caldo, può innescare sintomi depressivi.
- La prolungata e forte luce solare può interrompere il ritmo circadiano e quindi il sonno, che può scatenare accessi d’ira e sintomi depressivi.
b. Fattori psicosociali e pressione sociale estiva
La stagione estiva nell’immaginario collettivo rappresenta un periodo di libertà, relax, svago e di aspettative molto alte rispetto alla socialità e al divertimento e pertanto soggetto ha molte pressioni sociali. L’idea stessa di “vacanza” può essere fonte di stress, per la spesa economica implicata o per la compagnia o per la difficoltà di condividerla con qualcuno. Insomma, ci si sente un po’ in “dovere” di divertirci, di incontrare gente, di andare in vacanza e questo genera spesso pressione e stato di disagio implementati dal confronto con il benessere degli altri e dalla fatica di dover fingere di stare bene e di divertirsi. La stagione estiva, inoltre, impone vestiti più leggeri, una maggiore esposizione del corpo (mettersi in costume) che incrementando la preoccupazione sul proprio aspetto (Melrose, 2015).
DIFFERENZA TRA SAD E “WINTER BLUES”
Esiste una forma di SAD subclinica (Subsyndromal -SAD o S-SAD) che non soddisfa i criteri per la diagnosi di SAD, nota come “Winter Blues”: in questo caso, durante i mesi invernali, l’umore cala ma in modo più lieve rispetto al SAD: è presente stanchezza, diminuzione dell’energia, minore efficienza nel lavoro, minore interesse per la socializzazione e desiderio di cibi più calorici per un tempo di almeno due settimane. Questi sintomi sottosoglia non vanno ad impattare sulle normali attività quotidiane né sul funzionamento globale della persona e non vengono spesso riconosciuti come un problema dal soggetto che li esperisce. Tuttavia, la mancanza di energia o l’ipersonnia può portere a un notevole deficit psicosociale, a problemi nelle relazioni o a problemi sul lavoro. Si stima che la prevalenza della S-SAD sia di circa 2-4 volte superiore alla prevalenza del SAD nella popolazione.
E’ comune per alcuni individui sperimentare la sindrome completa del SAD durante alcuni inverni e la Winter Blues in altri momenti.

EZIOLOGIA DEL SAD
1. DESINCRONIZZAZIONE DELL’OROLOGIO BIOLOGICO INTERNO
Una delle cause più studiate dell’eziologia della SAD riguarda la desincronizzazione del nostro orologio biologico interno, detto ritmo circadiano, che regola i cicli fondamentali dell’organismo, quali il ritmo sonno-veglia, la temperatura corporea, la produzione di ormoni e l’umore.
La luce solare è il principale sincronizzatore esterno di questo orologio e, di conseguenza, la riduzione delle ore di luce in inverno o il loro prolungamento come avviene in estate, può “desincronizzare” questo meccanismo.
2. SEROTONINA
Uno studio longitudinale condotto da ricercatori dell’Università di Copenaghen ha evidenziato che si verifica una disregolazione della serotonina (5-HT) nei soggetti affetti da SAD winter type ed in particolare è stato rilevato un aumento di livelli di SERT (Striatal Serotonine Transoprter) Il SERT è una proteina trasportatore della serotonina, che la riconduce all’interno dei neuroni, dove non è attiva; quindi maggiori sono i livelli si SERT, meno attiva è la serotonina. La luce del sole mantiene questo meccanismo di regolazione settato verso il basso; ma quando le notti diventano più lunghe e il buio prende il sopravvento sulla luce del sole, i livelli di SERT aumentano e questo provoca una riduzione dei livelli di serotonina ‘attiva’. E’ quanto si verifica appunto nei soggetti affetti da SAD. In media i pazienti con SAD hanno livelli di SERT più alti del 5% nei mesi invernali, rispetto a quelli estivi, mentre le persone che non sono affette da questo disturbo, presentano gli stessi livelli durante tutte le stagioni.
3. MELATONINA
Molti ritmi stagionali vengono mediati da modificazioni dei livelli di melatonina, un neurormone secreto dalla ghiandola pineale durante la notte per preparare al sonno. La produzione di melatonina è controllata dall’orologio circadiano e può essere soppressa dall’esposizione alla luce. Nei soggetti affetti da SAD invernale, il cervello può produrre melatonina in eccesso o in orari inusuali (ad esempio durante il giorno), causando il sintomo della sonnolenza. Al contrario, nel SAD estivo, la prolungata esposizione alla luce, che ne sopprime la produzione notturna, può spiegare i sintomi caratteristici dell’insonnia e dell’agitazione.
4. VITAMINA D
Quando le ore di sole sono poche, calano anche i livelli di vitamina D, la cui carenza influenza il livello di serotonina e di melatonina, con la conseguenza che aumenta la stanchezza e la sonnolenza
FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio che possono predisporre allo sviluppo del disturbo includono:
· Storia familiare. I soggetti con SAD possono avere altri parenti con la stessa diagnosi o con altre forme di depressione.
· Presenza di depressione o di disturbo bipolare. Nei pazienti con depressione o disturbo bipolare già diagnosticati si può assistere, nei mesi invernali, ad un peggioramento dei sintomi depressivi concomitanti.
· Lavori notturni, a causa del ruolo importante giocato dalla luce solare nella modifica dei ritmi circadiani.
· Sindrome disforica premestruale. Anche il Disturbo Disforico Premestruale (Premestrual Dysphoric Disorder – PMDD) si caratterizza per una ricorrenza ciclica di sintomi depressivi “atipici”. La periodicità osservata da questa ricorrenza è, per definizione, circamensile; sono state tuttavia descritte una ritmicità circadiana ed una circannuale dell’andamento di alcuni sintomi del PMDD (carbohydrate craving), che possono presentare un aumento di intensità nelle ore serali e nei mesi invernali. Allo stesso modo, pazienti affette da SAD possono andare incontro ad un’esacerbazione premestruale dei sintomi.

TRATTAMENTO DEL SAD
A. Uno dei trattamenti studiati e ad oggi però poco diffusi nel nostro Paese, è la fototerapia. Questa terapia consiste nella esposizione del paziente alla luce di una apposita lampada che utilizza una fonte luminosa più potente delle normali luci e che non emette raggi UV per trenta minuti ogni mattina. Ad oggi gli studi non sono univoci sulla validità di tale terapia.
B. Spesso gli antidepressivi, in particolare gli SSRI, sono utilizzati per riequilibrare la disponibilità di serotonina nello spazio sinaptico ed aumentarne la concentrazione. È utile assumere il farmaco prima che i sintomi compaiano ogni anno e continuare anche dopo la loro scomparsa.
L’uso di SSRI può non solo ridurre la sintomatologia depressiva ma agire anche sul sintomo caratteristico del SAD invernale, cioè il carbohydrate craving. Quest’ultimo potrebbe infatti essere interpretato come un meccanismo compensatorio, che faciliterebbe, attraverso la stimolazione della secrezione di insulina, il passaggio attraverso la barriera ematoencefalica del triptofano, precursore metabolico della 5-HT.
C. Vitamina D. Con l’aumento delle ore di buio, calano anche i livelli di vitamina D, la cui carenza influenza il livello di serotonina e di melatonina, con la conseguenza che aumenta la stanchezza e la sonnolenza. Assumere la vitamina prima dei mesi invernali può aiutare a prevenire i sintomi depressivi.
D. Psicoterapia. un percorso psicoterapeutico aiuta a
- identificare e trasformare i pensieri e i comportamenti negativi;
- apprendere delle modalità salutari per gestire i sintomi ed evitare l’isolamento sociale.
Come per le altre forme di depressione, spesso risulta molto efficace una combinazione di psicoterapia e farmacoterapia.
E. Mantenere stili di vita corretti aiuta a combattere il SAD. L’attività fisica prediligendo le passeggiate all’aperto, una sana alimentazione ricca di verdure e proteine e povera di carboidrati, mantenere i contatti sociali, permettono l’attenuazione della sintomatologia.
BIBLIOGRAFIA
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- Francesca Pacitti et al (2007) Prevalenza del disturbo affettivo stagionale in Italia, Rivista di Psichiatria, 2004
- Sherri Melrose, (2015) Seasonal Affective Disorder: An Overview of Assessment and Treatment Approaches, Depress Res Treat
- American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5)
- Rosenthal N.E. et al. 1989. Psychobiological effects of carbohydrate and protein-rich meals in patients with seasonal affective disorder an normal controls. Biological Psychiatric, 25.
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- National Health Service. “Treatment – Seasonal affective disorder (SAD)”. Ultimo aggiornamento: 20 maggio 2022
- National Insitute of Mental Health. “Seasonal Affective Disorder”. Pubblicato nel 2023